Come ricordarsi meglio le cose - tecniche e metodi

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    «Non ho più memoria». «Devo studiare a memoria, altrimenti non ricordo nulla». «Ho dei continui vuoti di memoria, devo ricorrere ai ricostituenti».
    Quando si parla di studio la nostra memoria viene continuamente tirata in ballo, ma ricorrono spesso pregiudizi e imprecisioni, come quelli appena citati. Si può tranquillamente sostenere che nessuno è privo di memoria, a patto che non abbia subito gravi shock o lesioni cerebrali. Anzi, la nostra memoria ha un potenziale che nemmeno immaginiamo, è certamente sotto-utilizzata. Sembra che le persone più geniali sfruttino le proprie capacità mnemoniche solo per il 20%, mentre i comuni mortali le utilizzano al 12% delle loro possibilità. Studiare a memoria serve a poco, soprattutto se manca un interesse specifico, una riflessione personale; può essere addirittura controproducente, perché induce alla noia.

    È provato che l'apprendimento è direttamente proporzionale al livello di interesse e al coinvolgimento emotivo che si prova studiando, leggendo o ascoltando un qualsiasi argomento; sono proprio tali variabili che rendono indelebili alcuni ricordi.

    I vuoti di memoria sono ricorrenti nelle persone ansiose che di solito non riescono a pianificare nel tempo il proprio studio. La perdita di memoria è una sensazione frequente nelle persone che, per vari motivi, vivono una situazione stressante, per mancanza di sonno, per sovraffaticamento, per carenze alimentari o per eccessi di tossine assimilate (fumo, alcolici, farmaci e droghe). La consapevolezza dei meccanismi che regolano e rinforzano la nostra memoria e una buona gestione del tempo e del metodo di studio possono migliorare considerevolmente il rendimento negli studi.

    Come funziona la nostra memoria
    Noi tutti continuamente veniamo bombardati da una serie infinita di stimoli e dobbiamo operare delle scelte, selezionare, isolare, respingere o al contrario catturare dati e informazioni. Un tempo si riteneva che la memoria fosse paragonabile ad un immenso schedario nel quale confluivano dati e ricordi che venivano sistematizzati secondo uno schema più o meno logico. In realtà la nostra memoria non è un luogo dove i ricordi vengono immagazzinati, ma fa parte di un delicato e complesso processo che ci permette, tra l'altro, di compiere tutti quei gesti più o meno abituali, più o meno banali che ci consentono di vivere.
    Esistono quattro tipi di memoria:

    immediata
    a breve termine
    a medio termine
    a lungo termine

    Memoria immediata.
    Attraverso di essa riusciamo a registrare gli stimoli che percepiamo e a dare loro un significato. Questo avviene in tempi velocissimi mettendo a confronto il nuovo stimolo con quanto appartiene alla memoria a lungo termine. La predisposizione più o meno favorevole ad iniziare a studiare una materia è legata a questo processo. Se nel passato abbiamo avuto solo risultati negativi nell'affrontare per esempio studi matematici, di fronte ad un testo di analisi matematica scatterà una sensazione di noia o di ansia che ostacolerà l'apprendimento della materia. La noia è un atteggiamento appreso che si può modificare.

    Memoria a breve termine.
    Quando uno stimolo riconosciuto è ritenuto importante entra nella memoria a breve termine, ma se non è sostenuto da un interesse particolare decade dopo pochi minuti o addirittura una manciata di secondi. Ne è un classico esempio un numero telefonico trovato sull'elenco che si memorizza solo per il tempo necessario che occorre per comporlo. Al termine della telefonata è già caduto nel dimenticatoio.

    Memoria a medio termine.
    Essa è funzionale, cioè è quella che mette in atto lo studente che si prepara solo in funzione dell'imminente interrogazione o per superare un esame di poco conto. È frutto di uno studio superficiale che darà risultati poco brillanti e difficilmente i suoi contenuti entreranno a far parte del prezioso bagaglio della memoria a lungo termine se non è stata toccata la sfera delle emozioni.

    Memoria a lungo termine.
    È provato che l'apprendimento è direttamente proporzionale al livello di interesse e al coinvolgimento emotivo che si prova studiando, leggendo o ascoltando un qualsiasi argomento; sono proprio tali variabili che rendono indelebili alcuni ricordi. È provato che l'apprendimento è direttamente proporzionale al livello di interesse e al coinvolgimento emotivo che si prova studiando, leggendo o ascoltando un qualsiasi argomento; sono proprio tali variabili che rendono indelebili alcuni ricordi.
    È quella che conserva nel tempo, anche per sempre, il senso e il significato delle informazione e degli eventi associati di solito ad emozioni, a sensazioni positive o negative, comunque a stati d'animo che hanno colpito in passato le corde emotive. Sono i ricordi a lungo termine i responsabili delle profonde e salde connessioni tra i neuroni, a livello sinaptico. I ricordi che si utilizzano e che interessano maggiormente si legano all'attivazione della produzione del Rna e di specifiche sostanze proteiche che scrivono in modo indelebile una traccia nel nostro cervello.


    Le mnemotecniche
    La memoria fonda le sue radici sui cinque sensi, sulle emozioni e sulle associazioni.

    La sensorialità
    Se vogliamo scoprire quale è il nostro canale sensoriale privilegiato attraverso il quale apprendiamo e ricordiamo con più facilità, possiamo provare a fare un semplicissimo esercizio. Chiudiamo gli occhi e proviamo ad immaginare un cane. Certamente ognuno avrà visualizzato con gli occhi della mente senza difficoltà un cane, ma come siamo arrivati alla nostra immagine? Molti avranno solo visto il cane in movimento o statico come in una fotografia. Altri avranno ricordato anche la voce del cane che abbaia o guaisce. Altri ancora avranno addirittura evocato le sensazioni tattili che si provano quando il cane fa le feste o lecca la mano o quando si accarezza la sua pelliccia. I primi hanno maggiormente memoria visiva come l'85% delle persone. I secondi hanno ben sviluppata la memoria auditiva (circa il 10% delle persone), mentre il restante 5% ha memoria cinestesica, ricorda con efficacia anche attraverso il gusto, l'olfatto e il tatto. Se si vogliono sfruttare queste capacità nello studio si possono seguire tecniche e strategie adeguate (vedi tabella). Mettendo in pratica tutte queste strategie, e altre ancora, si potenzia la propria capacità di apprendimento del 100%.
    L'emotività
    Il ricordo associato alle emozioni abbiamo già detto che è inossidabile, più durevole nel tempo. Ma come è possibile indurre artificialmente un'emozione quando si studia? Giocando ad esempio con l'immaginazione, cercando di associare al testo immagini quanto più buffe, grottesche, esasperate, tanto da suscitare in sé una qualche sensazione. Inoltre l'atteggiamento stesso che si prova aprendo i libri può giocare a favore o a sfavore. La noia, l'insofferenza creano emozioni negative, di rifiuto. L'interesse, il voler scoprire, la curiosità, l'aspettativa, creano un terreno favorevole allo sviluppo di emozioni positive e sono dei veri e propri facilitatori dell'apprendimento. Lo studente che davanti al libro di testo ha la sensazione di leggere senza ricordare nulla. è probabile che abbia un atteggiamento passivo, negativo verso i libri. Una tecnica semplice per migliorare il rendimento dello studio è permettere al libro di modificare il lettore. Modificare il suo modo di pensare, farlo riflettere, fargli fare delle considerazioni, fargli provare, delle emozioni. E questo dipende essenzialmente dalla disponibilità del lettore.
    Le associazioni
    È più facile ricordare un'informazione nuova se la si associa ad una vecchia informazione ormai acquisita. Ecco perché il ripasso è determinante non solo per rinforzare i contenuti già assimilati, ma anche per ricordare i nuovi. Così come è altrettanto utile fare associazioni e collegamenti trasversali tra le varie discipline.

    Strategie dell'apprendimento: tipi strumenti privilegiati

    Visivo: schemi, sintesi, grafici, mappe concettuali, disegni, rappresentazioni simboliche, ecc.
    Auditivo: ascolto attivo, registrazione delle lezioni, ripetizioni ad alta voce, ecc.
    Cinestesico: sottolineature del testo, appunti personali, esperienze concrete, esperimenti, ecc.

    Non ti ricordi il nome dell'ultimo libro che hai letto? Non sai mai dove hai messo chiavi? Non preoccuparti! Il tuo cervello ha bisogno di essere rimesso in forma. Per migliorare la tua memoria, devi allenarla. Segui i nostri consigli per essere al massimo delle tue possibilità mnemoniche.
    1) Imparare. Il privilegio di imparare non è riservato agli studenti. Per potenziare il tuo cervello, non c’è niente di meglio che allenarsi a memorizzare delle cose utili per vita di tutti i giorni: i numeri di telefono che chiami più spesso, le parole della tua canzone preferita, il codice dell’allarme del tuo ufficio...
    2) Dormire. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: il sonno è indispensabile per la concentrazione e la memorizzazione. Infatti, è mentre dormiamo che il nostro cervello classifica tutte le informazioni assorbite durante il giorno. Ecco perché, quando dormi male o poco, i tuoi ricordi sono perturbati.
    3) Mangiare in modo equilibrato. Un'alimentazione sana e varia svolge un ruolo principale nel funzionamento del cervello. Tuttavia, il fatto che il pesce è l’alimento chiave per avere una buona memoria, è solo un luogo comune. Certo, il pesce è ricco di fosforo, ma come molti altri alimenti (la carne, in particolare...) e, effettivamente, fa bene al cervello ma anche a tutto il resto del corpo! Nota bene: il mirtillo, grazie ai suoi fitonutrimenti, è particolarmente raccomandato per la memoria.
    4) Giocare. Dama, scarabeo, scacchi, carte, giochi di società, parole crociate, sono tutte attività di riflessione che possono aiutarti ad allenare il cervello e la memoria. E perché non fare una partita di Memory con i tuoi figli o i tuoi nipotini che te lo chiedono così spesso?
    5) Tecniche di memorizzazione. Fin dall’infanzia, ci insegnano a usare dei metodi contorti per memorizzare i principi più complessi. Perché non applicarli alla vita quotidiana? Dai prova d'inventività!
    6) Fare attenzione alla salute. Fai attenzione allo stress e ai leggeri stati depressivi che possono nuocere enormemente alla concentrazione e all’apprendimento. Resta zen grazie a metodi di rilassamento come lo yoga, i massaggi o la sofrologia.
    7) Evitare alcune sostanze. Limita il consumo di alcool e di tabacco (che altera l'attività di alcuni ricettori cerebrali) e di sostanze stimolanti come il tè ed il caffè, che nuociono alla concentrazione.
    8) Organizzarsi. Organizza le tue idee e le tue priorità. E pensa ad annotarle! Affiggi una lista sul frigorifero, scrivila sull’agenda, sul bloc-notes, metti un allarme sul cellulare...
     
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