Allergie ed intolleranze alimentari nel bambino

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    Peto Leggendario

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    Le allergie alimentari interessano il 5-6% dei bambini con meno di 3 anni, il 3-4% dei bambini in età prescolare, scolare, gli adolescenti e gli adulti dei paesi maggiormente industrializzati.

    Per allergia alimentare si intende una reazione anomala, mediata dal sistema immunitario, nei confronti di uno o più alimenti riconosciuti erroneamente come estranei.
    Per intolleranza alimentare invece si intende una reazione avversa agli alimenti non mediata dal sistema immunitario.

    Alcuni alimenti come cioccolato, pomodoro, fragole, insaccati, pesci e molluschi che contengono sostanze bioattive come istamina e tiramina possono causare sintomi simili a quelli delle allergie vere e proprie e infatti si dice che queste sostanze possono ingenerare reazioni pseudoallergiche.

    Una particolare forma di reazione avversa agli alimenti è la celiachia, una malattia autoimmune che si scatena per assunzione del glutine e può manifestarsi già allo svezzamento. Altrettanto tipica del primo anno di vita del bambino è l’allergia su base immunologica alle proteine del latte vaccino, mentre solo in una piccolissima percentuale di casi già alla nascita si manifesta intolleranza al lattosio.
    Allergia alle proteine del latte

    L’allergia alle proteine del latte vaccino si presenta quasi sempre nel primo trimestre di vita del neonato, con un’incidenza massima fra i bambini nutriti con formule artificiali ma, seppure raramente, tale allergia si può presentare anche nei bambini allattati al seno

    per trasferimento degli antigeni del latte vaccino attraverso la placenta,
    tramite il latte materno durante l’allattamento al seno,
    per somministrazione sporadica di un biberon di latte formulato durante l’allattamento al seno.

    I sintomi dell’allergia alle proteine del latte si manifestano con:

    nausea,
    vomito,
    dolore e distensione addominale,
    diarrea,
    prurito,
    rossore,
    eczema,
    orticaria,
    dermatite atopica.

    I sintomi respiratori invece, come respiro sibilante, tosse, rinite, asma sono meno frequenti, talvolta possono comparire anche schok anafilattico, anemia per perdita di sangue con le feci, irritabilità e anche morte improvvisa del lattante.

    In caso di allergia alle proteine del latte bisogna eliminare completamente le proteine del latte vaccino:

    se l’allergia interviene durante l’allattamento al seno dovrà essere la mamma ad eliminarle dalla sua alimentazione e allattare il bambino il più a lungo possibile.
    Se invece l’allergia si presenta in bambini allattati con formule artificiali bisogna ricorrere all’uso di formule a base di soia, idrolisati proteici spinti o formule elementari; queste formule garantiscono una crescita ottimale del neonato, ma sono particolarmente costose ed hanno una minore palatabilità.

    Se il bambino ha meno di 6 mesi non tutti i pediatri consigliano di indirizzarsi subito verso il latte di soia, perchè vi è una forte cross reattività fra le proteine del latte vaccino e quelle della soia, infatti in un 30% di casi compare intolleranza alle proteine della soia.

    Il rischio di sviluppare tale intolleranza si minimizza dopo i 6 mesi di vita del bambino, se il bambino ha più di 6 mesi ed è affetto da APLV, sotto stretto controllo medico, si può tentare anche la somministrazione di latte d’asina.

    Secondo studi condotti da ricercatori torinesi e pubblicati sulle maggiori riviste internazionali l’uso di questo latte permette di ottenere nell’80% dei bambini con APLV trattati una risoluzione nell’allergia di base. Il latte d’asina ha un sapore gradevole, ma è difficilmente reperibile ed è ugualmente costoso.

    In generale si recupera la tolleranza al latte vaccino entro il primo anno di vita, anche se l’affezione rimane attiva in 1/3 dei pazienti anche dopo 3-4 anni.
    Intolleranza al lattosio

    L’intolleranza al lattosio può presentarsi a partire dal secondo anno di vita, mentre è piuttosto raro che si ravvisi già alla nascita. Per manifestare intolleranza al lattosio già alla nascita l’enzima lattasi responsabile della digestione del latte dev’essere completamente assente. Se il neonato manifesta gonfiore, meteorismo, tensione addominale, feci scomposte più che pensare ad un’intolleranza al lattosio ci dovrebbe orientare verso una sospetta intolleranza alle proteine del latte vaccino.
    Celiachia

    La celiachia infine colpisce circa l’1% della popolazione europea e statunitense: nei soggetti geneticamente predisposti con l’introduzione del glutine, la principale frazione proteica di frumento e altri cereali, si scatenano una serie di reazioni avverse con lesione della mucosa del piccolo intestino, atrofia dei villi, ipertrofia delle cripte ed aumento dei linfociti intraepiteliali: in altre parole una grave reazione al consumo dei cibi incriminati al livello dell’intestino.

    La malattia può manifestarsi già all’inizio dello svezzamento con diarrea cronica, arresto della crescita, vomito e inappetenza. Al momento l’unico rimedio possibile in caso di celiachia è una dieta priva di glutine: i centri di dietologia e l’AIC (Associazione Italiana Celiachia) mettono a disposizione delle persone celiache elenchi che comprendono tutti gli alimenti privi di glutine. Quando si elimina completamente il glutine la sintomatologia scompare, riprende la normale crescita del neonato e l’intestino si riparara gradualmente.

    Allergia ed intolleranza alimentare sono due fenomeni completamente diversi, con reazioni specifiche differenti.

    Nelle allergie la reazione è a carico di cibi ingeriti saltuariamente, è immediata e violenta. È impossibile che questa risposta passi inosservata. Un esempio tipico può essere rappresentato da quello delle fragole. In persone allergiche, la fragola scatena subito un attacco di orticaria. Appare facile riconoscere il problema ed altrettanto chiara è la soluzione. È sufficiente di evitare di assumere il cibo incriminato.

    Tecnicamente si ha allergia solo ed esclusivamente se vi è nel sangue un eccesso di immunoglobuline E (IgE). Questi immunoglobuline, scoperte negli anni 60, sono anticorpi presenti oltre un certo valore nel sangue, si legano ad alcuni globuli bianchi ed in presenza dell’alimento che ha causato l’allergia (allergene) , producendo un fenomeno infiammatorio, con liberazione di istamina ed altri mediatori chimici.

    Intolleranze Alimentari
    Attilio Speciani, Francesca Speciani
    Per quanto riguarda l’intolleranza alimentare, la situazione è ben differente, molto più subdola e può portare conseguenze anche più gravi nel lungo periodo. Infatti la reazione del nostro organismo avviene nei confronti di cibi che assumino regolarmente (come la pasta) e non come avviene per le allergie, saltuariamente. Inoltre i cibi verso quale si manifestano intolleranza sono di uso comune .I più problematici sono il grano, il latte e il pomodoro.

    Un’altra differenza tra allergia intolleranza alimentare sono i tempi di reazione. Mentre nell’allergia l’ azione del sistema immunitario è pressoché immediato, nel caso dell’intolleranza alimentare i tempi di reattività sono decisamente più lunghi, fino a giungere anche alle 72 h dopo l’assunzione del cibo.

    Tecnicamente si parla di intolleranze alimentari quando non è verificabile a livello ematico una produzione di anticorpi IgE, segnale che le reazioni immunitarie sono di tipo cronico e non immediate.

    Il meccanismo che causa sia l’allergia che le intolleranze alimentari, è tuttavia simile. Infatti alla base sta il sistema immunitario che in presenza di alcuni alimenti li riconosce come se fossero estranei e di conseguenza, adotta delle reazioni più o meno modulate per combattere questi agenti estranei.

    di Alessandro di Coste
    FONTE : http://www.naturopataonline.org/articoli/3...fferenze/1.html


    A Tavola senza Glutine
    Tante ricette per ritrovare la buona cucina senza sacrifici
    Quali sono i cereali senza glutine? Alcuni cereali contengono il glutine, proteina dei cereali che ha effetto allergizzante per molti. Per evitare problemi di celiachia o intolleranze si possono consumare altri cereali che non lo contengono, come miglio, quinoa ,grano saraceno, amaranto

    Che cos'è il glutine

    Alcuni cereali contengono il glutine, un complesso proteico ricco di acido glutammico, la cui caratteristica è la collosità. Nel corso dei secoli l' uomo ha abusato nel consumo di tali cereali, e specialmente nel modo occidentale, rendendo di fatto sempre più persone letteralmente allergiche al glutine o intolleranti. ( per capire la differenza tra allergia e intolleranza rimando a questo articolo).

    La celiachia, che è una vera e propria malattia non è da sottovalutare. Anche le intolleranza, più subdlole ma comunque pericolose nel lungo termine, con sintomi tipici, gonfiore, dolori addominali, cefalea.

    Per non avere disturbi, è sufficiente consumare cereali che non contengono glutine. Fortunatamente ce ne sono parecchi, vediamoli.

    Miglio integrale
    Ottima alternativa al frumento: non contiene glutine. Contiene più proteine del frumento ed è un 'ottima fonte di vitamine del gruppo B, fosforo e magnesio (di cui siamo spesso in carenza). Come tutti i cerelai integrali è anche un 'ottima fonte di fibre alimentari.

    Una controindicazione del miglio è per chi soffre di ipotiroidismo a causa di una sostanza che interferisce con l' ormone tiroideo. ( per uso quotidiano)

    Quinoa
    La Quinoa è il meno allergizzante tra i cereali. Ricchissima di magnesio e manganese e proteine. Non mancano le vitamine B2 e E, ferro, rame, fosforo e zinco. Il contenuto di proteine è straordinariamente alto con amminoacidi di qualità. (ideale per vegetariani e vegani)

    Grano Saraceno
    Il grano saraceno, privo di glutine, contiene il 15/20 % di proteine ed e ricco di rutina, un bioflavonoidi che rinforzano i vasi sanguigni.

    Amaranto
    Viene utilizzato il seme, assimilabile al 90 % previa cottura (un valore altissimo!) Il suo contenuto di proteine è molto alto, contiene lisina e metionina, amminoacidi essenziali rari nei cereali. In combinazione con altri cereali, fornisce un apporto proteico completo.

    Riso integrale
    Il contenuto di fibre e vitamine è presente solo nel riso integrale, ricco di vitamine del complesso B, giova al sistema nervoso e consumato regolarmente con il suo contenuto di fibre apporta benefici alla funzionalità del colon. ve ne sono molte varietà, ognuna più indicata alla stagione:

    Riso corto --> autunno e inverno
    Riso lungo --> estate
    Riso basmati --> per chi è in sovrappeso o soffre di sovraproduzione di muco
     
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