I misteri di Rudolf Hess: vicenda incredibile

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    Peto Leggendario

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    Chiunque abbia passione per la storia e in particolare per la storia del '900 non può non conoscere l' incredibile vicenda di Rudolf Hess, amico personale e devoto seguace di Adolf Hitler, che cercherò di riassumere al meglio in queste righe.
    Come detto, Hess fu uno dei pochi amici del Führer nazista nonché uno dei suoi primi seguaci. Tra tutti i gerarchi nazisti Hess era, con Goebbels, il più fanaticamente fedele al suo capo ma, a differenza del piccolo ministro della propaganda, era anche uno dei meno dotati di intelligenza tanto da diventare oggetto di derisione da parte degli altri dirigenti nazisti. Hess era stato anche colui che aveva diviso la prigionia con Hitler dopo il fallito putsch nazista della birreria a Monaco del '23; in quei mesi di carcere aveva scritto, sotto dettatura di Hitler, il 'Mein kampf' del futuro dittatore della Germania. Proprio per la sua dedizione e il suo cieco fanatismo Hitler gli aveva affidato incarichi prestigiosi nel Terzo Reich, nominandolo anche suo successore dopo Goering e tenendolo sempre al suo fianco nei congressi del partito a Norimberga. Tuttavia, vista la sua scarsa intelligenza che traspariva dal suo vacuo sguardo, il Führer nazista non gli aveva mai delegato alcun reale potere, facendo di Hess una figura nominalmente importante ma in realtà di seconda linea.
    Detto questo ora arriviamo al punto interessante: i nazisti, nella Seconda guerra mondiale, conobbero solo trionfi in tutta Europa fino al 1941 quando Hitler si imbarcò nell' impresa più fatalmente pericolosa della sua vita: il 22 giugno attaccò l' Unione sovietica su un immenso fronte che andava dal nord Europa ai Balcani. Quello sarebbe stato l' inizio della fine per il Terzo Reich. Hess, pur nella sua stupidità, aveva intuito come altri il pericolo di una guerra su due fronti e poco dopo partì da solo in volo su un aereo della Luftwaffe per la Gran Bretagna al fine di contrattare una pace separata tra la Germania e l' Impero britannico per far sì che i tedeschi potessero riversare tutti i loro sforzi bellici contro la Russia sovietica. E qui sta il primo mistero della vicenda che stiamo ripercorrendo: Hitler sapeva del viaggio del suo fedele seguace e nutriva una qualche speranza di riuscita o ne era totalmente all' oscuro? La folle missione di Hess fu un' idea del gerarca o un piano assurdo ma del tutto programmato? Non si saprà mai ma i comunicati ufficiali nazisti dell' epoca avvalorarono la seconda ipotesi sostenendo che Hess agiva di propria iniziativa perché mentalmente disturbato. Fatto sta che Hess, incredibilmente, non fu intercettato né abbattuto per tutto il viaggio e riuscì ad arrivare in Scozia dove il suo aereo precipitò ma dove lui riuscì a salvarsi catapultandovisi fuori. In Gran Bretagna il gerarca nazista sperava di godere dei contatti che pensava di avere con membri della famiglia reale inglese vicini al nazismo, su tutti il Duca di Kent. Tuttavia essi si rivelarono presto insignificanti e fu fatto prigioniero e abbandonato da tutti; gli inglesi lo nascosero, per misteriose ragioni, prima in Galles e poi in Scozia mentre i nazisti lo 'scomunicarono' e arrestarono la sua famiglia. Di lui non si ebbero incredibilmente più tracce fino alla fine della guerra in quanto gli inglesi stranamente non ne pubblicizzarono la cattura.
    Al processo di Norimberga Hess riapparve come secondo nazista più importante tra quelli ancora in vita e nelle mani dei vincitori (subito dopo Goering). Per tutto il processo blaterò cose insensate, prima fingendo un' amnesia, poi smentendosi volutamente e farfugliando teorie assurde su complotti ebraici e su presunte capacità degli ebrei di ipnotizzare le persone. Fatto sta che fu condannato all' ergastolo e non alla forca perché, a differenza di Goering, Ribbentrop e di molti altri imputati non era imputabile per la soluzione finale, ovvero per lo sterminio degli ebrei, essendo già prigioniero degli Alleati quando questa fu messa in atto. Fu trasferito nel carcere di Spandau dove scontò la sua lunghissima pena, prima con altri condannati e poi tristemente solo, fino alla morte, avvenuta nel 1987 a un 'età avanzatissima. Tuttavia proprio la sua morte costituisce il secondo dei misteri della sua incredibile storia: Hess morì di morte violenta. Secondo la versione ufficiale si impiccò in una cella ma, in realtà, ciò è falso: i segni sul collo, tipici dello strangolamento e non dell' impiccagione e la bassa altezza del suo cappio escludono questa ipotesi, evidentemente formulata in malafede e smentita da tutti i legali pagati dalla famiglia di Hess. Per questo Hess è tuttora ricordato come un martire dai neo-nazisti tedeschi. Chi si peritò di uccidere un uomo inoffensivo anche se pazzo come Hess, un anziano detenuto che non dava alcun problema? E perché si preferì non indagare?
    Ed eccoci arrivati al terzo mistero: secondo molti il detenuto numero sette di Spandau, colui che la storia conobbe come Rudolf Hess, non era l' amico e seguace fedele di Adolf Hitler, ma un suo sosia. Le prove a supporto di questa tesi non mancano: innanzitutto il detenuto dichiarò molte volte nei suoi lunghissimi anni di prigionia di non essere Rudolf Hess; tuttavia questa ipotesi potrebbe essere ascrivibile alla sua nota pazzia. Ma un' altra prova avvalora la tesi del sosia: un medico americano che visitò "Hess" a Spandau non trovò alcuna traccia della ferita ai polmoni che il gerarca del Reich si procurò nella Prima guerra mondiale e dovette concludere che quell' uomo non era Rudolf Hess; egli espresse anche questa tesi in un libro nel quale teorizzò la morte del vero Hess: egli sarebbe defunto a seguito di un incidente aereo in Gran Bretagna in cui era morto anche il già citato Duca di Kent. Secondo questa teoria il velivolo di Kent sarebbe stato abbattuto dai britannici per eliminare il filo-nazista componente della famiglia reale e, soprattutto, per mettere a tacere per sempre uno dei suoi passeggeri, l' unico che non fu identificato: il fuggiasco Rudolf Hess. Le prove stanno nel fatto che appunto un passeggero non fu identificato tra quelli partiti, si ipotizza da Loch More, tenuta di Kent. Inoltre il resoconto ufficiale, che parla di schianto accidentale su una montagna, non sta in piedi poiché il pilota dell' aereo era espertissimo e la giornata dell' incidente era limpida. E allora il mistero resta: il detenuto numero sette del carcere di Spandau era davvero Rudolf Hess o era un povero sosia innocente, ucciso perché si era deciso a rivelare tutta la verità? E, soprattutto, perché ci sono ancora così tanti punti bui sulla vicenda? Solo tra dieci anni, nel 2017, si apriranno i sigilli sul caso Hess.
    Ho trovato questa discussione sul mistero di R. Hess e visto che mi sono trovato a leggere diverso tempo fa
    un interessante libro pubblicato da G. Galli, dal titolo "Hitler e il nazismo magico", che dedica un capitolo al misterioso volo effettuato nel '41 dal gerarca nazista, mi sono interessato all'argomento

    In breve: Galli nel libro pone l'accento sui caratteri più esoterici della cultura nazista, e arriva a ipotizzare (senza dubbio con argomentazioni piuttosto interessanti) che all'interno dei gerarchi esistesse un livello di "iniziati" a culti esoterici (e non stupisce se si pensa alla società Thule, dalle cui fondamenta nascerà lo stesso partito nazista) di cui sicuramente facevano parte Hitler, Hess, Himmler; insieme ad un "2° livello" di gerarchi che non avevano accesso a determinate conoscenze o decisioni (ad es. Goebbels, Goering, Ribbentrop).
    Ora tornando ad Hess, sembra che la decisione del '41 di effettuare il volo sia in realtà presa di comune accordo con il 1° cerchio, quello iniziatico, all'insaputa del secondo cerchio. Questo perchè Hitler pensava di poter giungere ad una pace separata con l'Inghilterra, attraverso degli elementi vicini alla corona britannica legati a quella stessa cultura esoterica che accomunava continente e isole inglesi, in nome di quella "razza bianca" da difendere contro il bolscevismo e il sionismo, iniziativa sostenuta anche attraverso un inasprimento militare volto a impaurire gli inglesi.
    Iniziativa che doveva essere segreta: perchè compromettente e perchè in quei giorni fervono i preparativi per l'attacco all'Urss, che non sospetta nulla perchè è sicura che la germania non porterà la guerra su 2 fronti.
    In caso di fallimento di questo progetto, Hitler avrebbe dichiarato lo stesso Hess "pazzo", cosa che puntualmente avvenne.
    La cosa che più mi ha stupito è che la stessa Inghilterra, nè tramite Churchill nè tramite nessun altro, sfrutta minimamente l'accaduto a scopo di propaganda (cosa ben strana se pensiamo che Hess era il numero 3 del regime) ma si accoda per bocca dello stesso Churchill, e senza troppe difficoltà, alla versione nazista, dando del pazzo ad Hess.
    Lo stesso Goebbels (ricordiamoci sempre appartenente ai non-iniziati), dapprima disperato per l'accaduto (qui parlano i suoi diari) che definisce una sventura ad opera di un pazzo, successivamente si rallegra nel constatare che gli inglesi non hanno sfruttato minimamente l'accaduto, quasi incredulo.
    Galli quindi arriva a supporre che l'affaire Hess era scottante per gli stessi inglesi, probabilmente perchè avrebbe portato alla luce degli elementi molto vicini alla stessa famiglia reale grandemente simpatizzanti per il nazismo oltre che legati ad una stessa cultura esoterica.

    Ora volendo proseguire il ragionamento di Galli (ma qua vado un pò "a braccio") si potrebbero spiegare numerose cose di R. Hess...soprattutto il comportamento bizzarro che mantiene durante il processo di Norimberga, dove a tutti sembra un pazzo incapace di ricordare l'ascesa al potere di Hitler, che farfuglia frasi sconnesse, salvo poi quell'ultima terribile dichiarazione, in cui rivendica con orgoglio e lucidità di aver servito la causa di Hitler e di condividerla appieno.
    A me personalmente sorprende un pò anche la pena: mentra a nazisti come Von Schirach e Speer, invischiati nelle vicende dell'olocausto vengono dati vent'anni, a Hess prigioniero dal '41 e al di fuori di qualsiasi sterminio organizzato viene dato l'ergastolo.
    Viene da chiedersi: continuò anche a Norimberga la parte del "pazzo", per non rivelare segreti scottanti per gli stessi alleati, magari sotto l'implicita minaccia di una condanna a morte in caso avesse parlato? in tal caso quell'ultima dichiarazione sarebbe una sorta di "testamento" , che sembra dire "hitler sapeva tutto dal mio viaggio"...e perchè tutto questo segreto sugli atti che rigurdano Hess?
    Il tuo intervento è molto interessante. Inizio con i punti che però non mi convincono: innanzitutto non è affatto illogico che Hess a Norimberga sia stato condannato all' ergastolo e non ad una pena detentiva minore come, ad esempio, Baldur von Schirach o Albert Speer. Il primo, capo della Hitlerjugend, era un orrendo antisemita ma non era coinvolto nei crimini contro l' umanità, come l' Olocausto, né nei crimini di guerra, se non in parte. Per Speer, come puoi leggere nell' apposito approfondimento, vale un discorso diverso: egli, colpevole di deportazioni forzate, fu risparmiato perché costituì una sorta di infiltrato degli Alleati tra i processati con il suo pentimento. Se davvero a Norimberga gli Alleati avessero voluto chiudere la bocca ad Hess, come mi sembra tu voglia sostenere, lo avrebbero condannato a morte e nessuno si sarebbe strappato le vesti in suo favore. Anzi, l' ergastolo risultò all' epoca agli occhi di molti una pena leggera a carico di quello che era il numero tre del Reich fino al 1941. In carcere egli potè invece per decenni portare avanti le sue rivendicazioni, anche se in realtà nessuno gli dava troppa corda visto che aveva sostenuto più volte tesi che apparivano assurde come quella citata di non essere il vero Rudolf Hess. Inoltre va detto che americani, inglesi e francesi negli anni '80 sembravano propensi a concedere la grazia ad Hess e furono invece i sovietici a opporvisi. Per il resto interessante la parte sul singolare comportamento degli inglesi che io all' epoca non avevo approfondito molto. Le teorie che riporti sinteticamente sono interessanti, e io non ho i mezzi né le fonti per pronunciarmi su di esse.
    La ricostruzione del primo gruppo di iniziati a pratiche esoteriche può avere un senso, se non altro perché Hess era un noto devoto di quei culti. Personalmente, comunque, non mi convince e confesso che sono propenso a considerare tutti i pur innegabili risvolti esoterici di alcuni dei gerarchi nazisti come una sorta di folklore che coinvolgeva i gerarchi più mentalmente deviati, come Hess o Himmler (che, per inciso, non faceva parte della società Thule), e non come un elemento importante nelle dinamiche politiche e decisionali del Terzo Reich. In ogni caso su queste questioni sono meno preparato che su altre e non esprimo le mie opinioni con la pretesa che siano giuste e/o condivise.
    Fai però attenzione a una cosa: quando scrivi "In caso di fallimento di questo progetto, Hitler avrebbe dichiarato lo stesso Hess "pazzo", cosa che puntualmente avvenne" proponi una teoria a posteriori e senza prove che dà una lettura del tutto contestabile ad un fatto storico come se invece avesse una qualche prova. Il fatto che un avvenimento passato sia in linea di principio compatibile con una teoria non porta prove alla teoria stessa.
    Per concludere, l' idea che in questi anni mi sono fatto sulla vicenda, per quel che può valere, è la seguente: Hitler non sapeva del viaggio di Hess, né doveva per qualche misterioso mistero ricorrere a un espediente tanto politicamente rischioso per chiedere la pace agli inglesi: egli non aveva mai fatto mistero di non volere la guerra con la Gran Bretagna. L' azione di Hess era fallimentare in partenza e estremamente rischiosa per la sua vita e ciò avvalora la tesi che Hitler non fosse a conoscenza del piano del suo camerata: se il dittatore nazista avesse voluto davvero sfruttare le supposte conoscenze altolocate di Hess avrebbe tranquillamente potuto inviarlo in una meno rischiosa e sicuramente meno fallimentare in partenza missione diplomatica. Gli inglesi non pubblicizzarono la cattura del gerarca nazista forse semplicemente perché non vedevano l' utilità di avere nelle loro mani un uomo che in Germania era stato bollato come un folle. Il mistero più intrigante, a mio avviso, di questa incredibile storia è però un altro: è possibile che il prigioniero in mano agli inglesi fosse un sosia di Rudolf Hess? Io sono solito considerare carta straccia le teorie complottiste come quelle sull' 11 settembre o sulla presunta morte di Paul McCartney. Tuttavia, per le argomentazioni esposte nel topic, in questo caso, pur rimanendo scettico, credo che sia un mistero su cui vale la pena riflettere. Forse nel 2017 su questo punto avremo una risposta; su quanto sapesse Hitler, invece, ci restano solo le congetture. Rimane il fatto che, nonostante i documenti segreti nazisti siano caduti nella mani degli Alleati svelandoci molti retroscena altrimenti non conoscibili dell' epoca, nessuno di essi riporta riferimenti su una presunta conoscenza di qualche gerarca dei progetti di Hess e se anche questo non costituisce una prova inconfutabile della tesi che sostengo, è comunque un fatto significativo che mostra come anche le teorie complottiste più affascinanti si basino nella quasi totalità dei casi su semplici congetture.
     
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