La bronchite

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    Peto Leggendario

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    Bronchiti

    La maggior parte delle bronchiti si contrae a causa di virus o batteri, trasmessi da persona a persona attraverso il respiro. In inverno, con le finestre chiuse, è più facile che l'aria degli ambienti sia carica di germi. Inoltre, il riscaldamento eccessivo degli ambienti asciuga l'aria, rendendo più difficile per l'organismo mantenere l'umidità necessaria affinché le mucose svolgano il loro ruolo protettivo contro l'invasione di sostanze nocive. La bronchite è una malattia molto comune che può manifestarsi in forma acuta o cronica. bronchite, bronchite acuta, bronchite cronica, BPCO, trattamento bronchite, antinfiammatori, antibiotici, mucolitici, broncodilatatori, ginnastica respiratoria
    Bronchite acuta e cronica | Difendere i bronchi | Quando rivolgersi al medico | Esami utili | Trattamento | La ginnastica respiratoria


    Bronchite acuta e cronica
    La bronchite acuta di solito può essere la complicazione di un banale raffreddore o di un'influenza. A preannunciare il suo arrivo può essere un bruciore al petto, localizzato dietro lo sterno (è interessata anche la trachea). Dopo pochi giorni compare la tosse: all'inizio è secca e stizzosa, poi diventa profonda e con abbondante secrezione di catarro. In seguito all'infiammazione i bronchi si gonfiano e producono muco e pus. A volte si ha la febbre (non supera i 38,5°C e dura 3-5 giorni) e si respira con difficoltà: all'inizio in situazioni di sforzo, poi anche a riposo.

    L'infezione è causata soprattutto da virus (del raffreddore e dell'influenza) ma anche da batteri. Possono favorirne l'insorgenza alcuni fattori di tipo ambientale, come l'inquinamento atmosferico, il fumo di sigaretta o il freddo intenso o anche alcune condizioni di vita sfavorevoli, come la malnutrizione e l'affaticamento eccessivo. A soffrirne sono 3 italiani su 100. La malattia, nel giro di alcuni giorni guarisce, a meno che non sopravvengano complicazioni.

    I sintomi più ricorrenti della bronchite cronica sono: tosse insistente soprattutto al mattino, con emissione di muco scarso o abbondante, catarro in quantità, per almeno tre mesi l'anno e per due o più anni di seguito (secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), affanno più o meno intenso, crisi asmatiche. A causa dell'infiammazione i bronchi si restringono o rimangono ostruiti, rendendo difficile il respiro e la circolazione del sangue nei polmoni. In molti casi succede che una o più volte all'anno si verifichino episodi di riacutizzazioni con aumento della tosse e dell'espettorato. Il risultato è un ostacolo più o meno grave al passaggio dell'aria nei bronchi e nei polmoni.

    A volte può coesistere un grado variabile di enfisema polmonare, lento processo di degenerazione del tessuto polmonare. In un paziente su due la bronchite cronica conduce a un'insufficienza respiratoria. Le cause principali della bronchite cronica sono il fumo di sigaretta, il clima freddo e umido, l'inquinamento atmosferico e la protratta esposizione a gas, fumi e polveri irritanti (ne soffrono alcune categorie a rischio, come minatori, pompieri, garagisti). Rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Il 10 per cento degli italiani soffre di bronchite cronica.


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    Difendere i bronchi
    Come salvaguardarli per evitare che una banale infiammazione si trasformi in un disturbo più fastidioso? Ecco alcuni consigli utili:

    * non sottovalutare il banale raffreddore o l'influenza, spesso anticamera della bronchite acuta: essere prudenti e tempestivi nel trattamento può impedire l'estendersi dell'infiammazione ai bronchi
    * non uscire quando la temperatura è rigida: potrebbe scatenare una crisi asmatica
    * inspirare sempre dal naso ed espirare dalla bocca con le labbra socchiuse
    * tenere un umidificatore soprattutto in camera da letto durante la notte
    * non fumare
    * bere abbondanti liquidi
    * chi è colpito dalla bronchite cronica deve eliminare le condizioni ambientali dannose per i bronchi, adottando misure di protezione dagli inquinanti ambientali e irritanti (mascherine nel traffico intenso, sistemi di aerazione negli ambienti di lavoro, ecc.)
    * fare ogni autunno la vaccinazione antinfluenzale
    * svolgere regolare attività fisica
    * evitare l'eccesso di peso
    * eseguire la ginnastica respiratoria
    * non abusare di farmaci tranquillanti o ipnotici: deprimono la respirazione.


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    Quando rivolgersi al medico
    Il medico va chiamato nei seguenti casi:

    * se colpisce anziani o persone che soffrono di altre malattie polmonari
    * se compare l'affanno o un dolore al petto
    * se si ammala un bambino di età inferiore ai cinque mesi e ha raffreddore e tosse, anche se senza febbre
    * se dopo tre giorni dall'insorgenza di una bronchite acuta non si notano segni di miglioramento
    * se nel muco si notano tracce di sangue
    * se la febbre supera i 38,5°C
    * se la tosse è molto intensa
    * se si ravvisano i sintomi della bronchite cronica.


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    Esami utili
    Oltre alla radiografia del torace possono essere eseguiti anche altri esami specifici per verificare il grado di funzionalità respiratoria. Ecco quali:

    * la spirometria per misurare i volumi respiratori
    * l'emogasanalisi per il dosaggio dell'ossigeno disciolto nel sangue
    * la broncoscopia per accertare l'esatta natura della malattia (consente di vedere direttamente le pareti della trachea e dei bronchi).

    Nelle forme più gravi di bronchite cronica può inoltre essere coinvolto il cuore (insufficienza cardiorespiratoria), per cui è consigliabile fare periodicamente l'elettrocardiogramma.

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    Trattamento
    La bronchite acuta si risolve per lo più nel giro di pochi giorni con il riposo in ambiente riscaldato. In ogni caso il fumo va assolutamente abolito. Quando è presente la febbre si possono assumere farmaci antipiretici (paracetamolo). Gli antibiotici, necessari solo nelle bronchiti batteriche, devono essere usati sempre sotto stretto controllo medico.

    Un discorso a parte meritano i farmaci contro la tosse, il sintomo più fastidioso e persistente della bronchite che può avere un effetto benefico quando facilita la risalita del muco lungo le vie aeree e quindi la sua eliminazione. Perciò la tosse non va "calmata", soprattutto se il catarro è abbondante: se questo dovesse ristagnare nei bronchi, la funzione respiratoria sarebbe gravemente alterata. II più delle volte la tosse si presenta in forma "secca" o non produttiva, priva di espettorato e stizzosa. in questi casi si può ricorrere ai farmaci mucolitici per fluidificare il catarro. Nei casi in cui l'infezione acuta si ripeta più volte nel corso di un anno, come può accadere nei bambini, il medico talvolta prescrive un vaccino anticatarrale allo scopo di rafforzare le difese immunitarie dell'organismo

    Una drastica riduzione dell'incidenza della bronchite cronica si ottiene con la sospensione del fumo e con un'adeguata protezione nell'ambiente lavorativo, anche nei casi già avanzati. La terapia di supporto è costituita principalmente da:

    * farmaci mucolitici (per fluidificare il catarro)
    * broncodilatatori somministrati tramite aerosol mediante piccoli erogatori spray che vanno usati correttamente
    * esercizi di ginnastica respiratoria per migliorare la ventilazione polmonare.

    Sono utili anche la vaccinazione antinfluenzale e quella antipneumococcica. Nei casi più gravi, quando il paziente non riesce a respirare, il medico prescrive la somministrazione di ossigeno (ossigenoterapia).

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    La ginnastica respiratoria
    La ginnastica respiratoria porta al paziente con bronchite cronica numerosi benefici. La sua utilità consiste nel permettere un pieno utilizzo dei polmoni. La ginnastica riabilitativa ha come obiettivi:

    * un aumento della quantità d'aria inspirata con un conseguente maggiore afflusso di ossigeno a tutti i tessuti
    * la completa riespansione dei polmoni per evitare il formarsi di zone poco ventilate e per favorire il riassorbimento di eventuali versamenti
    * il favorire lo scarico di tensione fisica e psichica attraverso un aumentato afflusso di sangue al cervello. La ginnastica può essere passiva (fatta per esempio con l'ausilio del fisioterapista) o attiva. La riabilitazione funzionale consente di recuperare gradualmente il tono dei muscoli respiratori, di facilitare la rimozione di catarro dai bronchi, di riacquistare la giusta frequenza respiratoria e di riabituare il malato a utilizzare il diaframma (muscolo che, abbassandosi durante l'inspirazione, consente l'espansione dei polmoni e il loro riempimento d'aria).

    Di seguito riportiamo due esercizi di ginnastica respiratoria, molto semplici, che possono essere eseguiti anche in casa:

    * sdraiati, braccia lungo i fianchi. Portare le braccia lateralmente e verso l'alto, inspirando lentamente e profondamente dal naso. Tornare alla posizione di partenza soffiando l'aria dalla bocca. È consigliato di ripetere questo esercizio per 5 volte
    * in piedi, appoggiare il palmo delle mani sulla parte superiore dell'addome. Inspirare lentamente e profondamente dal naso (durante l'inspirazione si deve vedere la parte alta dell'addome sollevarsi) e in seguito espirare dalla bocca soffiando (contemporaneamente premere con le mani sull'addome in modo da favorire l'espirazione). Anche di questo esercizio si consigliano 5 serie.

    La bronchite è una malattia dell'apparato respiratorio, tra le più frequenti. Si tratta di un'infiammazione dei bronchi.

    La bronchite si divide in acuta (se gli episodi sono isolati) o cronica (se le infiammazioni sono ripetute nel tempo). Più specificamente, si può parlare di bronchite asmatica (collegata all'asma), tubercolare (collegata alla tubercolosi) o fibrinosa (con emorragie in cui si ha un'alta produzione di fibrina).

    Si manifesta inizialmente con tosse secca e febbricola, poi con tosse grassa e catarrale che si accentua ulteriormente la sera.

    Bronchite acuta.

    E’ una condizione infiammatoria dell’albero bronchiale ad eziologia infettiva che insorge improvvisamente e si caratterizza per la distruzione dell’albero bronchiale a seguito del processo infiammatorio che ne deriva. E’ frequente nel bambino fino a 5 anni e si associa ad infezioni virali e delle vie aeree superiori che poi si estendono ai bronchi. Per cui inizia come faringite , si estende in trachea e raggiunge i bronchi. La malattia è benigna ed è associata ai picchi influenzali del periodo invernale.



    Eziopatogenesi.

    I virus sono i patogeni responsabili della maggior parte dei casi, benchè Mycoplasma pneumoniae sia uno degli agenti principali, seguito da Chlamydia pneumoniae. Tuttavia sul danno da infezione virale può sopraggiungere l’infezione di batteri quali lo streptocxocco pneumoniae ed i ceppi di Haemophilus influenzae. Colpiti i bambini con un quadro clinico che si risolve in 7-10 giorni.



    Bronchite cronica.

    E’ definita come l’infiammazione cronica del tratto bronchiale cui si associa iperproduzione di escreato per almeno tre mesi all’anno per due anni consecutivi.

    Per ragioni di comodità diagnostica, i pazienti vengono inquadrati secondo dei criteri obiettivabili facilkmente con esame spirometrico, età, sintomi, in tre gruppi:

    *

    Bronchite cronica semplice se il FEV 1 > 50%, se vi è espettorazione, e l’escreato è purulento: implicati H. influenzae, M. catarrhalis, S. pneumoniae.
    *

    Bronchite cronica complicata se FEV 1 < 50%, età > 60 aa. Esacerbazioni > 4/anno: stessi patogeni coinvolti come sopra;
    *

    Infezione bronchiale cronica : parametri come sopra ma iperproduzione di catarro per un anno di seguito: stessi patogeni come sopra ma in più enterococchi e P. aeruginosa.



    Esistono un aserie di fattori che stanno alla base dell’eziopatogenesi della bronchite cronica:

    *

    Aumento della secrezione di muco per azione diretta irritante di inquinanti e di fumo di sigaretta
    *

    Ostruzione delle piccole vie aeree correlata agli irritanti per rilascio di fattori chemiotattici (interleuchine IL-8 LTB4), aumento di neutrofili in zona,
    *

    Sbilancio proteasi/antiproteasi (enfisema)
    *

    Cellulare con aumento dei macrofagi e dei neutrofili
    *

    Ipossia e modificazioni vascolari con vasocostrizione polmonare ed ipertensione polmonare.

    EZIOLOGIA



    A prescindere dalle condizioni climatiche la bronchite cronica è frequente nei soggetti maschi da 3-5 volte in più rispetto alle femmine ed aumenta in ogni caso dal 30° anno di età in poi fino alla IV e V decade di vita. La mortalità per bronchite era negli anni ’70 di 33 pazienti su 100 mila abitanti ma è passata negli anni recenti a 200 casi su 100 mila, verosimilmente per azione degli inquinanti e delle micropolveri (PM 10). Prima di parlare di eziologia infettiva è opportuno soffermarci sui fattori di rischio associati alla bronchite cronica.

    Fattori di rischio sono:

    *

    il fumo di sigaretta,

    *

    una FEV 1 inferiore < 50%;
    *

    età > 65 anni
    *

    malattie cardiovascolari (non dimentichiamoci che un cuore scompensato, per così dire, causa un polmone "umido", mal aspirato.

    Fattori eziologici specifici batterici e virali responsabili delle bronchiti:

    *

    Haemophilus influenzae 40% dei casi
    *

    Virus influenzale/parainfluenzale, RSV, Rhinovirus, coronavirus 25%
    *

    Moraxella catarrhalis 15%
    *

    Streptococcus pneumoniae 10%
    *

    S. aureus, p.aeruginosa, gram negativi, M. pneumoniae clamydia spp. 10%
    *

    In sintesi Moraxella ed Hemophilus sono responsabili in USA del 60% dei casi, ma il 25% è sostenuto da infezioni virali ad opera di virus influenzale e parainfluenzali.

    Le terapie antibiotiche oggi non possono essere più attuate alla cieca ma secondo criteri precisi, stanti i patogeni implicati ed il fenomeno della resistenza batterica agli antibiotici ed alla selezione, problemi questi emergenti oggi e di non facile soluzione.

    Esiste anche la possibilità di inquadrare i pazienti sulla base di uno score (da Wilson R et al), per i quali se il punteggio è > 10 si impone la terapia antibiotica per migliorarne il quadro clinico.

    Criteri di classificazione del paziente con bronchite cronica.



    Le riacutizzazioni infettive si possono verificare in tutti e tre i gruppi di pazienti broncopatici, ma la frequenza delle ricadute è funzione della gravità della classe di appartenenza, cioè il soggetto con prognosi peggiore ammalerà con frequenza più elevata o, addirittura, non riuscirà mai a superare il quadro drammatico dell’insufficienza respiratoria cronica. Alcuni a sinistra un epitelio "sfoltito" con muco adeso del broncopatico versus, a sinistra, un epitelio normale.autori identificano un ulteriore sottogruppo di pazienti con bronchite cronica altamente reattiva che in presenza di irritanti volatili p a seguito di infezioni respiratorie acute, possono necessitare di ventilazione assistita: si tratta dei soggetti affetti da asma infettiva cronica (vedi anche asma) o bronchite asmatica cronica. I segni vanno dalla tosse con espettorazione mattutina del fumatore, alla dispnea minima o da sforzo o addirittura al riposo, con cianosi periferica, edemi periferici, policitemia del broncopatico cronico.



    Patogenesi.

    Come si genera il pathos? Cioè come avviene la malattia?



    Non è semplice spiegare le riacutizzazioni bronchiali che intercorrono nel paziente broncopatico cronico, sic et sempliciter! E’ complessa l’interazione fra patogeno ed ospite. Si può affermare con certezza che su un terreno dove in passato si sono diffusi i patogeni che hanno causato distruzione, attecchisce più facilmente il batterio responsabile della bronchite riacuttizzata e ciò perché il danno epiteliale causa una maggiore diffusione dei gerni ed una scarsa clearance, cioè pulizia dagli stessi, stante anche una scarsa risposta infiammatoria ed accumulo di neutrofili sulle superfici bronchiali, attivati dalle citochine che rilasciano proteasi e radicali liberi, compresa l’elastasi neutrofila che è assai citotossica per l’epitelio e stimolatore delle ghiandole mucosecernenti. Ne derivano secrezioni spesso vischiose, difficili da espellere per un polmone che non riesce ad espandersi con il dovuto vigore, sotto i deboli colpi di tosse dell’anziano ed in presenza dell’edema della mucosa bronchiale e del broncospasmo.



    Diagnosi.

    Chi vi scrive ogni giorno lavora su pazienti broncopatici, che si riconoscono a vista; all’RX del torace si evidenziano in genere una cardiomegalia ed un letto vascolare polmonare dilatato ("torace sporco"). All’ispezione le basi polmonari possono risultare espanse ed ipomobili se nel contempo è presente enfisema, con riduzione del MVF, fini crepitii o vere e proprie bolle, o , talora, rumori secchi o vera e propria broncostenosi serrata, che non si risolve se non dopo ripetuti trattamenti con broncodilatatori per aerosol . Utile eseguire anche emocromo, per valutare se esiste una policitemia, cioè se il tasso di emoglobina è elevato e l’emogas. Chi vi scrive ha avuto pazienti con 19 grammi per dl di emoglobina; inoltre deve essere sempre effettuata una spirometria, cioè un esame che valuti la capacità respiratoria del polmone. Utile è valutare il FEV 1, cioè la quantità di aria buttata fuori alla prima espirazione, al primo secondo, espressione dell’ostruzione o meno delle prime vie respiratorie e della FVC o capacità vitale.



    Terapia.

    La terapia si avvale dell’impiego di antibiotici che sono:

    *

    amoxocillina
    *

    cefaclor
    *

    ciprofloxacina
    *

    ofloxacina
    *

    levofloxacina
    *

    eritromicina
    *

    claritromicina
    *

    cefixime
    *

    ceftriaxone
    *

    azitromicina



    Inoltre alla terapia antibiotica, sulla base del riscontro clinico, è opportuno associare terapia sfiammante cortisonica, con dosaggio a scalare, beta 2 stimolanti de tipo del salbutamolo e formoterolo e salmeterolo a lunga azione (long acting), oppure, meglio ancora, dalla associazione per esempio di formeterolo e fluticasole per aerosol. talora la stessa adrenalina, leucotrieni, teofillinici, aminofillinici. Inoltre si possono impiegare gli anticolinergici a lunga durata d’azione tipo ipratropio bromuro; Inibitori della fosfodiesterasi tipo roflumilast e cilomilast. Mucoliti solo da impiegarsi nella fase ultima del trattamento, quando si è ottenuta una buona ventilazione !!!!



    Bronchite

    Cos'è - Esami e trattamento
    Cos'è

    La bronchite è l'infiammazione dei bronchi, la via aerea più importante nel passaggio dell'aria ai polmoni. La bronchite può essere acuta o cronica.
    La bronchite acuta solitamente si presenta dopo un'infezione respiratoria di origine virale, mentre la bronchite cronica è il frutto di una lunga esposizione ad agenti che hanno danneggiato i bronchi, senza possibilità di recupero.
    La causa principale della bronchite è il fumo, sia attivo che passivo, ma possono essere causa di bronchite anche le infezioni, le allergie, l'inquinamento e, non da ultimo, fattori di rischio familiari.
    Una diagnosi posta precocemente ed un trattamento adeguato in generale, se associate alla rinuncia al fumo, possono fermare la progressione della malattia. Sintomi tipici della bronchite sono la dispnea, la presenza di frequenti infezioni respiratorie, tosse con produzione abbondante di muco, edema, stanchezza, cefalea, problemi visivi.

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    Esami e trattamento

    Solitamente la bronchite viene diagnosticata attraverso una visita dallo specialista pneumologo, che potrà riscontrare dei suoni respiratori anomali rispetto alla norma. Potranno completare la diagnosi i test di funzionalità polmonare, esami effettuati sul sangue arterioso ed una radiografia al torace.

    Il trattamento si fonda generalmente sulla rinuncia alle sigarette e sull'evitare il contatto con agenti che possano irritare le vie respiratorie.
    È anche rilevante poter espellere il muco prodotto in eccesso; questo si può ottenere assumendo molti liquidi ed effettuando inalazioni di aria calda ed umida. Anche l'uso di nebulizzatori può facilitare l'espettorazione del muco dalle vie aeree, mentre gli antibiotici orali vengono prescritti soltanto in circostanze più severe. La prognosi non è ottima nei casi di malattia avanzata; in ogni caso, una diagnosi precoce ed un trattamento adeguato, associato alla rinuncia al fumo, possono condizionare positivamente la prognosi generale.

    Nei casi di bronchite cronica, contrassegnata da una produzione eccessiva di muco per più di 3 mesi in almeno 2 anni consecutivi, in assenza di altre patologie che ne possano spiegare i sintomi, non c'è cura: la terapia, infatti, tende a mitigare i sintomi e a prevenire le complicanze, ma nulla è possibile fare sull'origine della malattia e sul danno provocato all'apparato respiratorio.
    È chiaro che vanno abolite le sigarette e va evitato qualsiasi contatto con agenti che possano irritare i bronchi per non peggiorare la situazione.
    Il trattamento si fonda essenzialmente sull'uso di inalatori e sulla somministrazione di antibiotici, nel caso di infezioni, e corticosteroidi nei casi di apnea. Per i casi più gravi spesso si ricorre all'ossigenoterapia.
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    Fonte: Paginemediche.it
    Prima pubblicazione: martedì 6 febbraio 2007
     
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