Come è morto Hitler - La verità

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    La verità sulla morte di Hitler - Come morì Hitler, i suoi ultimi giorni. Ricostruiamo gli ultimissimi giorni di Adolf Hitler e del Terzo Reich, il grande impero che sarebbe dovuto durare mille anni e che invece sopravvisse a Hitler una sola settimana.
    Parallelamente vuole far luce sul destino di chi, tra i gerarchi nazisti, scampò al processo di Norimberga, ovvero Goebbels, Himmler e Bormann.
    Siamo alla fine di aprile del 1945. Gli inglesi e gli americani avanzano inesorabilmente in territorio tedesco a occidente, prendendo Aquisgrana, la zona industriale fondamentale della Ruhr, e molti altri territori. Il contrattacco disperato di Hitler nelle Ardenne è miseramente fallito. A est i russi stanno avanzando ancora più rapidamente verso la capitale del Reich. Gli Alleati hanno deciso di lasciare a Stalin Berlino e i sovietici si accingono a lanciare l' attacco finale: Stalin pretende dai suoi generali il trionfo finale per il primo maggio, festa dei lavoratori.
    Hitler è rintanato nel suo bunker sotto la Cancelleria. Gli anni di malattia e di abuso di droghe para-anfetaminiche lo hanno reso un fantasma e solo gli intrugli vitaminici del suo singolare dottore, Thedor Morell, (su tutti il 'Vitamultin forte', farmaco iniettato a Hitler regolarmente dal marzo 1944 i cui componenti sono ignoti ma che, probabilmente, conteneva molte sostanze illegali) lo tengono lucido, seppure per pochi momenti. Il Führer della Germania ha perso ormai ogni contatto con la realtà: vaneggia di prodigiosi contrattacchi, con armate del generale Jodl che esistono solo sulla carta, alle porte di Berlino. E' irascibile e scontroso. Esce solo per salutare dei bambini armati di biciclette e panzer-faust (missili anticarro) che dovrebbero fermare i sovietici e che invece si avviano anch' essi a morire per il suo folle sogno. Poi si rintana nel bunker con Eva Braun, la sua giovane amante, il fido Goebbels che ha con sé moglie e sei figli (il cui nome comincia per tutti con H, in onore di Hitler) e le sue segretarie. Altri loschi figuri si aggirano per i corridoi del bunker; tra tutti spicca Martin Bormann, il successore di Hess alla guida del partito nazista, che dal 1943 ha fatto di tutto per plagiare Hitler e volgerlo contro gli altri gerarchi. Tutt' intorno al bunker si scatena un' orgia di alcol e sesso tra soldati e donne, che affogano nel piacere il terrore per i russi i cui colpi si sentono ormai dalla Cancelleria.
    In questo quadro si svolsero le convulse vicende che caratterizzarono la fine del Terzo Reich e che mi accingo a riassumere.
    Bormann era un ottimo burattinaio, tuttavia non riuscì ad aizzare Hitler contro due suoi vicinissimi accoliti: Hermann Goering e Heinrich Himmler. Ma furono proprio i due gerarchi più vicini a Hitler a tradirlo nelle ultime ore. Goering, credendo il suo Führer morto, rivendicò il diritto di succedergli nella carica di capo della Germania (in base ad una disposizione di Hitler di qualche anno prima). Bormann, su incarico di un Hitler in collera con il "degenerato e tossicodipendente Goering" (ci si potrebbe chiedere come mai se Hitler conosceva così bene i vizi del suo capo dell' aviazione nonché vice non lo abbia allontanato prima), fece arrestare l’ obeso maresciallo del Reich e la sua famiglia. La condanna a morte del decaduto capo dell’ aviazione tedesca non venne eseguita solo per motivi di tempo.
    Subito dopo alla Cancelleria arrivò una notizia se possibile peggiore per Hitler: il suo collaboratore preferito, Himmler, 'die treue Heinrich' ('il fedele Heinrich'), come Hitler era solito chiamarlo, l' ex allevatore di polli che lui aveva fatto capo delle potentissime SS e poi ministro degli interni e per cui aveva sempre avuto un debole, aveva tradito: Himmler aveva trattato un' impossibile pace separata con gli inglesi e gli americani offrendo loro in cambio un milione di ebrei da liberare subito. Insomma, il capo delle SS aveva scavalcato Hitler senza nemmeno chiedere, cosa che almeno Goering aveva fatto. Hitler era un uomo sempre più distrutto. Ordinò di far uccidere Himmler (per la gioia di Bormann), ma il capo delle SS fuggì camuffato da sottufficiale della Wehrmacht. Catturato dagli americani, riuscì a suicidarsi ingerendo una capsula di cianuro che teneva tra i denti nonostante i febbrili tentativi di rianimazione dei soldati che lo sorvegliavano.
    Il 28 aprile giunse a Hitler la notizia della misera sorte di Mussolini e il Führer, dispiaciuto e impressionato dalla fine del vecchio dittatore alleato e amico, decise definitivamente, in un attimo di lucidità, di farla finita. Ma prima ci fu tempo per un paio di altre scene grottesche.
    Hitler scrisse il suo testamento: nominò nuovo führer il grand' ammiraglio Doenitz, succeduto nella carica di capo della marina a Raeder, perché pensava che i vertici delle altre due armi (esercito e aviazione) lo avessero tradito. Scelse poi Goebbels per la carica di cancelliere, Bormann per quella di ministro del partito (carica nuova e alquanto vaga), Seyss-Inquart, il viscido avvocato viennese, per quella di ministro degli esteri (Ribbentrop se l' era codardamente data a gambe) e poi completò il futuro gabinetto con nomi di seconda fascia.
    Il suo testamento allegato, affidato all' unico nazista della prima ora che non l' avesse abbandonato, Goebbels, è un' accozzaglia di menzogne e assurdità: dice che lui non voleva la guerra, che è colpa degli inglesi, che il nazionalsocialismo è finito per ora ma che ritornerà e che i suoi generali con la loro inettitudine lo hanno defraudato della vittoria.
    Poi, prima di suicidarsi, Hitler imbastì un triste teatrino: si sposò con Eva Braun, la donna che lo amava più della sua stessa vita e che sull' atto di matrimonio firmò Eva, fece la B, poi la cancellò e scrisse Hitler. Per la prima volta nella sua vita ella realizzò il suo sogno: essere l' unica donna di Hitler. I testimoni furono Goebbels e Bormann. Poi gli ospiti, una dozzina in tutto tra segretarie e militari, brindarono al 'futuro della coppia'. Era il 30 aprile 1945: poco dopo, nello stesso pomeriggio, Hitler e la Braun si uccisero; il Führer, che non si fidava del veleno datogli dal traditore Himmler lo dovette anche provare sul suo amato cane, Blondi. Dopo aver preso il cianuro con la Braun, Hitler si sparò comunque anche un colpo alla tempia.
    Goebbels e Bormann bruciarono il corpo del Führer secondo la sua volontà, perché esso non subisse scempi come quelli toccati al Duce.
    Subito dopo Bormann partì per raggiungere Doenitz e il nuovo governo. Morì dilaniato da una granata lungo la strada (anche se alcuni pensano che sia riuscito a fuggire). A Norimberga fu condannato a morte in contumacia.
    Goebbels invece scrisse un' appendice al testamento di Hitler dicendo che per la prima volta nella sua vita non gli avrebbe ubbidito: non sarebbe mai diventato cancelliere; non poteva vivere in una Germania priva del suo Führer. Per questo motivo si tolse la vita con la moglie, la potentissima Magda, e con i sei figlioletti, che i due coniugi avvelenarono personalmente. I pochi rimasti diedero fuoco ai loro corpi prima di fuggire ma i russi raggiunsero la Cancelleria prima che fossero del tutto arsi dalla fiamme e identificarono il piccolo e storpio ministro della propaganda del Terzo Reich.
    Il governo Doenitz si insediò all' inizio di maggio, dicendo che occorreva un "ultimo sforzo di guerra". Ma Doenitz non era un pazzo e si affrettò a concludere la resa incondizionata della Germania, firmata dal generale Jodl il 7 maggio 1945.
    Meno di una settimana prima era andata in scena l' ultima recita della Germania nazista. La radio del Reich, il primo maggio, annunciò "Il nostro amato Führer, Adolf Hitler, è morto combattendo fino all' ultimo per la difesa di Berlino". Il Terzo Reich perì così com' era vissuto: nella menzogna.
     
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    Il famoso pubblicista argentino Abel Basti, salito alla ribalta mondiale per le sue sensazionali ricerche sulla storia del nazismo, nel suo ultimo libro sostiene che dopo il maggio del 1945 per lunghi anni Adolf Hitler ed Eva Braun si nascosero in Argentina. Nella sua ultima opera intitolata "Hitler in Argentina", Basti riporta dichiarazioni di testimoni oculari i quali asseriscono di essersi incontrati con il Fuhrer in diverse parti del mondo, citando tra l'altro un documento segreto dell'FBI che conferma tale versione.

    Secondo Basti, tra il luglio e l'agosto del 1945 Adolf Hilter, accompagnato da non piu' di sette persone, tra le quali Eva Braun, giunse a bordo di un sommergibile tedesco scortato da altri due nella piccola baia di Caleta de Los Loros, nella provincia meridionale del Rio Negro, dopodiche' tutti e tre i sommergibili vennero affondati.

    "Grazie all'ausilio di apparature speciali, in quest'angolo della costa della Patagonia siamo riusciti a registrare la presenza di tre sommergibili tedeschi a 30 metri di profondita', l'affondamento dei quali non viene menzionato in nessun archivio ne' della Marina ne' del ministero della Difesa argentini, e tale scoperta sta a testimoniare il fatto che, durante la Seconda guerra mondiale, i sommergibili tedeschi facevano regolarmente il loro ingresso nelle acque territoriali argentine", scrive Basti.

    In seguito, sempre secondo Basti, Hilter ed Eva Braun intrapresero un viaggio in precedenza programmato dai capi nazisti Bormann, Mengele ed Eichmann, attraverso le province di Cordoba, Buenos Aires, Mendoza e La Rioja. Il capo del Terzo Reich e la sua fedele compagna alloggiarono a lungo in una fattoria nel villaggio di La Angostura, di appartenenza all'epoca all'imprenditore Jorge Antonio, uno dei fedelissimi del dittatore argentino Juan Peron.

    Nelle pagine del suo ultimo libro, Abel Basti riporta numerose testimonianza al fine di convincere i lettori che Hitler e la Braun intrapresero effettivamente il loro viaggio lungo l'itinerario precedentemente descritto e che si nascondessero proprio nei luoghi che vengono menzionati nel libro.

    "In un piccolo villaggio della provincia di Cordoba chiamato La Falda, da molto tempo vivevano Walter e Ida Eickhorn, meglio conosciuti come i principali agenti del Terzo Reich in Sudamerica. Nella loro casa per lunghi anni lavoro' la domestica Catalina Gamero, tuttora in vita e dalla buona memoria. Proprio lei mi ha raccontato che nel 1949 serviva Hitler in un piccolo albergo di proprieta' degli Eickhorn, i quali chiamavano il Fuhrer con l'appellativo di "cugino". Hitler alloggio' in tutto un paio di giorni nel piccolo albergo per poi trasferirsi nella nuova casa appena costruita dai coniugi sulla collina Pan de Asucar. Inoltre e' stata conservata la corrispondenza relativa a quegli anni tra gli Eickhorn ed il loro "cugino", nonche' alcune fotografie che li ritraggono assieme", scrive Basti.

    Nel libro vengono altresi' riportate dichiarazioni rilasciate all'epoca dal giardiniere dei coniugi Eickhorn, agente infiltrato dell'FBI, secondo il quale, dopo il maggio del 1945, i due agenti nazisti in Sudamerica si preparavano ferventemente ad accogliere il Fuhrer in Argentina.

    Secondo Abel Basti, esistono inoltre prove inconfutabili relative ad un incontro avvenuto fra Hitler ed il dittatore croato Ante Pavelic a Mar del Plata, citta' non lontana dalla capitale argentina Buenos Aires. Da parte sua, la domestica Catalina Gamero sostiene che il "cugino" telefono' regolarmente ai coniugi sino al 1964, anno in cui mori' Ida Eickhorn. Come e' di regola nelle case dei ricchi, i padroni di casa raramente rispondevano direttamente alle telefonate: la cornetta veniva solitamente alzata proprio da Catalina, la quale ogni volta riconosceva la caratteristica voce del "cugino".

    Secondo Basti, inoltre, verso la meta' degli anni '60, Hitler si trasferi' nel vicino Paraguay sotto la protezione del dittatore Alfredo Strenser, noto per il suo fanatismo nei confronti del capo del Terzo Reich ed il relativo "nuovo ordine".

    Non e' la prima volta che Basti sostiene che Hitler non sia morto a Berlino il 30 aprile 1945, come e' unanimemente risaputo. In precedenza, esattamente due anni fa, lo scrittore argentino aveva pubblicato un "itinerario dei luoghi di memoria dei nazisti" in Patagonia e lungo le vicine Ande. E proprio il fatto che il Fuhrer ed Eva Braun siano riusciti a giungere sino alle rive dell'Argentina a bordo di un sommergibile tedesco ha provocato un vero e proprio aggiotaggio nei confronti dei turisti e tutt'attorno alla villa a due piani a Bariloch nella quale, secondo la pubblicazione di Basti viveva il leader nazista, si aggirano in continuazione curiosi turisti.

    La morte di Hitler sin dal 1945 rappresenta un vero e proprio caso per gli storici e praticamente ogni anno fanno la loro comparsa nuovi fatti documentali secondo i quali il Fuhrer non si sarebbe suicidato il 30 aprile 1945 nel bunker di Berlino assediato dall'Armata Rossa. A questo proposito lo storico paraguaiano Mariano Liano, il quale appoggia in pieno la tesi di Basti, ha recentemente scritto un libro intitolato "Hitler. I nazisti in Paraguay".

    Anche in Russia dubitano fortemente della presunta morte di Hitler. Ad esempio nel 2003 lo scrittore Leon Arbatskij nel suo libro "L'ultimo segreto del Reich", sosteneva che al posto del cadavere di Hitler dal bunker di Berlino venne portato fuori quello di un suo sosia. E a questo proposito va sottolineato il fatto che anche il primo ministro inglese dell'epoca, Clement Attlee, sosteneva che Hitler fosse vivo, cosa che dichiaro' pubblicamente nel corso della conferenza di Potsdam tenutasi nel giugno del 1945.
     
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  4. miki1980
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    una accozzaglia di menzogne un piffero caro signore...

    si rilegga meglio la storia, non sia fazioso e non faccia mistificazioni!!

    la guerra è stata voluta e di fatti dichiarata formalmente, da UK e Francia.
    gli USA hanno fatto di tutto x entrare successivamente e, x convincere l opinione pubblica americana, hanno persino messo su il teatrino (quello si, vero) di pearl harbor...

    Hitler è morto con dignità a modo suo, fino all ultimo ha cercato di lottare- anche se ovviamente non ha combattuto al fronte in prima persona, cosi come churchill o roosvelt o stalin, pare ovvio!!!
     
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  5. GoriShent
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